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Informazione online sostenibile: Focus alla Festa della Rete 2014

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Se il giornalismo è la cosa più vicina alla prostituzione, come ha detto Lia Celi alla Festa della Rete a Rimini, quanto è cambiato passando al digital?
Prima c’erano i politici a cui “leccare il culo”, citando Celi (nella foto sopra, al centro). Ora l’obiettivo sono i lettori per accaparrarsi un mi piace, un click, e quindi maggiori sponsor. L’interrogativo del panel che ha ospitato i direttori delle testate online più in voga è proprio questo: esiste un modello sostenibile per l’informazione online?

La formula de Il Post di Luca Sofri (nella foto sotto, a sinistra) è semplice. “Non cerchiamo giornalisti anacronistici che sappiano solo scrivere bene, ne è pieno il mondo. Cerchiamo antenne e dimestichezza nell’individuare notizie che possano avere successo in rete”. Un po’ come si è detto nell’incontro sull’editoria online, basta con la figura del giornalista snob intellettualoide che scrive solo per un’ipotetica cerchia di lettori che non danno feedback. Il successo di una notizia si misura ora in tempo reale nella quantità di condivisioni, nei commenti…nel suo essere o meno virale.

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Non è vero che il giornalismo è in crisi, “è molto più letto rispetto al passato grazie alle app e ai social network”, prosegue il direttore, la cui celebre moglie “barbarica” me la sono trovata seduta dietro (nella foto sotto, Daria Bignardi ride).

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Il Fatto quotidiano e ilfattoquotidiano.it sono due redazioni completamente diverse. A dirlo alla platea del Teatro Novelli è Peter Gomez (nella foto in basso, a destra), direttore della seconda testata. Anche a lui piace il francesismo di Lia Celi: “Tra moda, cucina, politica, cani e gatti non esiste giornalismo di serie A o B. Sei un pessimo giornalista solo se lecchi il culo a Berlusconi, Renzi o Grillo”.

Come si sostiene ilfattoquotidiano.it? L’anno scorso è costato 2,5 milioni di euro e ne ha guadagnati 1,9. Quest’anno si è fatto meglio e forse approderà in borsa. Non solo: i suoi introiti dovrebbe andare a coprire le spese del fratello di carta (quello dove si sfoga Travaglio). “Noi rilanciamo ogni giorno solo da 4 a 6 articoli del cartaceo.” – Rivela Gomez – “Sbagliano Corriere e Repubblica a postare online alle 7 del mattino gli editoriali che escono anche sulla carta”.

Jacopo Tondelli, ex-direttore de Linkiesta(nella foto in basso, a sinistra) sostiene che la rete sia una cosa lenta, un po’ come per Tiziano Ferro l’amore è una cosa semplice. “Serve tempo: agli utenti per macinare e ai giornali per lasciar sedimentare la memoria ed ottenere credibilità”. E poi, “anche le cose corrette finiscono male se gli obiettivi sono sbagliati”.
Dopo il divorzio brusco con Linkiesta, per lui in arrivo una nuova avventura editoriale. A Rimini ne annuncia il nome: Gli stati generali. Auguri!

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La replica dello streaming la potete vedere qui:

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Mirco Paganelli

Giornalista freelance

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