Scegliere la musica per un viaggio o una vacanza è davvero un compito arduo. A me capita di passare ore davanti al computer o alla mia collezione di cd per decidere cosa mettere nel lettore. Solitamente cerco di prevenire le situazioni che si presentano in vacanza e avere un po’ di musica per ogni evenienza: pezzi contemplativi per lunghe camminate in collina, musica rilassante, qualcosa che mi accompagni senza essere invadente, o al contrario una musica che mi faccia concentrare su ciò che sto ascoltando, e così via.
Gusti personali a parte, ecco cosa, secondo me, non può mancare in una playlist di viaggio.
Partiamo dall’attualità. Anche se tenete tv e radio sempre spente, vi sarete accorti che quest’anno ci sono i mondiali di calcio in Brasile. Cogliamo allora l’occasione per rispolverare la grande musica dei maestri brasiliani come Vinicius de Moraes, poeta amante della vita, che ha dato vita insieme a Jobim, Baden Powell e Toquinho alla bossa nova e autore di canzoni belle e malinconiche.
Preparate una cartella e metteteci dentro Como dizia o poeta, Minha namorada, Canto de Ossanha e A felicidade, forse il migliore manifesto della “saudade” brasiliana, e gli altri capolavori degli album Os Afro-sambas con Baden Powell e anche le traduzioni italiane delle canzoni cantate da Ornella Vanoni nell’album La Voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria.
Rimaniamo sul genere movimentato, anzi, pigiamo un po’ sull’acceleratore e facciamo una cartella dei grandi classici del rock. Qualcosa da mettere mentre il treno corre sulle rotaie, o l’auto sfreccia verso la destinazione. Una musica, insomma, che accompagni il movimento del paesaggio e la buona vecchia voglia di libertà! L’asfalto comincia a correre con Sweet Home Alabama dei Lynyrd Skynyrd, e ci aggiungerei subito dopo House of the Rising Sun degli Animals, i Pink Floyd – a scelta Wish you were here, Money, o una più suggestiva e cosmica Shine on you crazy diamond – e poi sdrammatizziamo con Beck, Loser (e anche il suo alter ego italiano, Bugo). E di nuovo carichiamo con Hotel California degli Eagles e un po’ di Blur, Coffe and TV e Charmless man. Saltando avanti e indietro nel tempo, a me piace aggiungere una nota un po’ più meditabonda con Sympathy for the Devil dei Rolling Stone e The End dei Doors. E chiuderei questa carrellata che ha saltato un’infinità di classici con Stairway to Heaven dei Led Zeppelin e Sweet Child o mine dei Guns’n Roses.
Ora è il momento di passare a qualcosa di più contemplativo. Quando ci si siede in spiaggia mentre il sole tramonta placido dietro le colline, o mentre si passeggia su un sentiero di campagna, magari con un solo auricolare, così si ascoltano anche i suoni della natura, o quando semplicemente si ha voglia di un lungo momento di meditazione, con la musica che solletica quella parte del viaggiatore che ama assaporare le suggestioni della scoperta. Per me, i passi della camminata si calibrano giusti giusti con le note del pianoforte di Ludovico Einaudi, che da Una Mattina, fino a Divenire e poi Diario Notturno, racconta la semplice bellezza delle cose. È come un soffio che dà colore.
Più retorico, ma non meno interessante, Roberto Cacciapaglia. Attenzione! Perché scoprirete presto che anche se non lo conoscete di nome, lo avrete già sentito in mille pubblicità che lo hanno saccheggiato senza pietà. E adesso, con una leggerezza che non ha eguali, aggiungiamo tre autori che in fatto di meditazione, profondità e, ma sì, diciamolo, un po’ di mistica, non hanno paragoni: Franco Battiato (vogliamo andare in spiaggia senza Summer on a solitary beach?), Fabrizio De André, e Bach, perché ogni tanto dobbiamo volgere il pensiero alle grandi cose, pure in vacanza!
La vacanza, soprattutto quella in spiaggia, è il momento migliore per rispolverare i classici. Non c’è niente di male a indulgere a un po’ di malinconia da ricordi. Ma non è male farlo in modo un po’ originale, diverso dal solito. Qui entra in scena Mike Patton, cantante virtuoso dalle grandissime capacità. Pochi sanno che l’ex leader dei Faith no more e altri gruppi rock e sperimentali, ha vissuto parecchi anni in Italia e si è innamorato della musica “nostrana” anni ’60, e da questa passione ha tirato fuori il bellissimo Mondo Cane, concerto con orchestra insieme al trombettista Roy Paci, che ha riproposto pezzi più e meno conosciuti in una veste insolita. Il cielo in una stanza, Pinne, fucile ed occhiali, Dio come ti amo, Legata ad un granello di sabbia, meritano davvero più di un ascolto.
Per chiudere ritorniamo ai giorni nostri e mettiamo in cartella qualche album appena uscito. Già mi vengono in mente tutti quelli che ho dimenticato in altre categorie… Si può partire senza Nick Drake o i King of Convenience? O stendersi su un prato a guardare le stelle senza ascoltare i psichedelicissimi Barn Owl, per vivere nuove esperienze lisergiche? E David Bowie? Quante dimenticanze!
Ma torniamo al presente. Io non lascerei a casa Museica, il nuovo di Caparezza, che sempre stupisce, diverte e regala bei ricordi. Secondo “nuovo album” da mettere in valigia è 48:13 dei Kasabian, sempre interessanti e affascinanti. Ah! Vale la pena anche di riprendere qualche album vecchio.
Infine, chiuderei gli album del 2014 con Al Monte, di Mannarino, cantautore romano un po’ ruvido e notturno che accompagna idealmente un viaggio maledetto, in mezzo a bettole, luna park e ai luoghi meno turistici delle città visitate.