Comincio con un mea culpa. Io Marianna Balducci non la conoscevo. Ho trovato “La Saraghina in gita” che nuotava nel mare magnum del web e mi sono ripromessa di buttarci un occhio ma l’idea languiva. Dopo aver letto un’intervista rilasciata ad un settimanale locale qualche settimana fa, mi sono infatuata. Personaggio eclettico, ironico, fantasioso e onirico, è una di quelle persone che pare avere in testa un intero complesso: strumenti, note, accordi… e ne esce solo buona musica. In effetti a Marianna la musica appartiene: il chitarrista di Sting, Dominic Miller, l’ha voluta per la realizzazione del suo ultimo video. Ma tra i suoi strumenti espressivi ci sono anche moda, video e illustrazione. La Saraghina in gita è il suo ultimo lavoro, un bellissimo libro – gioco.
Come nasce l’idea de La Saraghina in gita?
“La Saraghina in gita” è un progetto di cui vado molto fiera: è una piccola guida da colorare per consentire ai bambini di giocare e «fare amicizia» con alcune bellezze della città. Il progetto è nato in collaborazione con Enrica Mancini (Trattoria Marianna) e Luca Miserocchi (Linotipia Riminese), a partire dall’esigenza di Enrica di confezionare un gadget che intrattenesse i bambini a tavola. Mi piaceva l’idea di avere un personaggio che si trovasse a guardare Rimini per la prima volta, ma che allo stesso tempo risultasse molto familiare e nostrano, subito riconducibile all’immaginario riminese. Grazie alla piena fiducia concessami da Enrica e Luca, ho potuto seguire il progetto nel suo complesso (dal soggetto ai testi, dalle illustrazioni alla grafica) e ora la Saraghina è stata adottata da diversi alberghi, ristoranti, attività commerciali del territorio e viene distribuita presso la Libreria Viale dei Ciliegi 17 (in centro a Rimini) e presto sarà anche disponibile al bookshop del museo della città. Essendo un progetto autoprodotto, siamo ancora nella prima fase di lancio. Ci piacerebbe vedere la Saraghina girare in classe e sicuramente il dialogo si presta ad aprirsi anche con le scuole per vedere se si può fare qualcosa di bello insieme”.

La Saraghina in gita. Tra gioco e divertimento!
ReedoShop, invece, è un laboratorio che aiuta a far da sé vestiti e accessori in nome del riuso e della sostenibilità. Da quanto tempo te ne occupi e che riscontro ha avuto tra le persone?
“ReeDo è una cooperativa nata in collaborazione con ex colleghi universitari e due docenti che lavorano con noi. Si occupa di autoproduzione nella moda e nel design, organizzando eventi e laboratori. Ora le energie sono concentrate principalmente proprio sul ReeDoShop (www.reedo.it), il laboratorio di sartoria in via Bertola. Io mi occupo del backstage dell’azienda (comunicazione, organizzazione, grafica, ecc.). I primi esperimenti li abbiamo fatti da studenti, nel corso di laboratori universitari. Da lì hanno iniziato a consolidarsi l’immaginario e il marchio ReeDo con buoni riscontri sul territorio (dalle primissime collaborazioni con il Centro Commerciale i Malatesta con cui nel 2010 abbiamo allestito un negozio interamente arredato con oggetti di riuso, alle collaborazioni con IKEA Rimini negli anni successivi e con altre aziende del territorio). Da un paio di anni ReeDo è un’azienda a tutti gli effetti con l’ambizione di ritagliarsi un ruolo nello scenario delle innovative modalità di produzione dell’abbigliamento e del design e di dare lavoro a chi, come noi, sta trasformando la formazione universitaria in una professionalità”.
Non si fa che parlare di creatività: ri- nventarsì, ri- utilizzo, ri- scoperta del vecchio. È una logica che ti appartiene?
Il riuso si porta dietro molti spunti di riflessione interessanti e applicabili davvero ad ambiti diversissimi: riuso, a differenza del riciclo per esempio, significa trovare a un oggetto una nuova funzione mantenendo però traccia della funzione che quell’oggetto aveva precedentemente. Lo scarto diventa risorsa ma anche racconto, il nuovo oggetto (l’oggetto riusato) porterà con sé la memoria di quel che è stato e rinascerà a nuova vita come se quella funzione fosse stata rivelata più che imposta e facesse già parte del suo Dna. Guardare alle cose quotidiane con occhi nuovi è uno degli esercizi a cui ci sottopone la logica del riuso ed è anche un bel gioco che spesso mi piace applicare anche nell’illustrazione, specialmente partendo da cose quotidiane che crediamo non abbiano ormai più segreti per noi e invece scopriamo essere ancora piene di storie da raccontare.

La cartolina disegnata da Marianna Balducci per una rassegna teatrale
Ci racconti come hai fatto ad arrivare al chitarrista di Sting?
La collaborazione con Dominic Miller è nata grazie alla rete. Dopo aver realizzato il videclip in stopmotion per i NashvilleTrio (una band originaria del nostro territorio), i social network hanno portato il mio lavoro all’attenzione di Miller. Visto il video realizzato per loro, sono stata contattata dalla sua casa discografica per confezionare un prodotto simile anche per loro. Miller, oltre a essere noto per le sue collaborazioni con Sting, ha una propria produzione musicale e dal penultimo album viene “Catalan”, il brano scelto per il video realizzato in collaborazione con Fabio Gervasoni per la parte fotografica che accompagna sempre quella illustrata nei miei progetti in stopmotion.
Che consiglio daresti a chi ha un’idea ma ha paura di portarla avanti?
“Il mio percorso è stato ed è ancora oggi un percorso anomalo, sia per quel che riguarda gli studi che per il tipo di lavoro che sto svolgendo (in cui il disegno sta diventando una componente sempre più preponderante). Per quanto sia indispensabile autodisciplinarsi e darsi spesso degli obiettivi per evitare dispersioni di energie, credo che un percorso formativo e di esperienze così eterogeneo si stia rivelando per molti aspetti una fortuna: ho imparato a conoscere e sto imparando a gestire molti linguaggi visuali diversi, mi accorgo di sapermi orientare con una certa agilità in vari repertori di fonti e materiali di ricerca, ho capito col tempo quanto sia indispensabile coltivare, accanto alla tecnica e allo studio, anche una buona e solida rete di relazioni. Il consiglio è dotarsi di strumenti adeguati per raggiungere i propri obiettivi e usarli consapevolmente e con criterio, studiare, lavorare in team, leggere sempre e costruirsi un archivio personale (digitale, cartaceo che sia) di riferimenti, spunti, citazioni, film, musica che ci faccia compagnia e ci sostenga nella nostra crescita professionale e personale”.
Marianna, grazie…
Per esplorare il mondo di Marianna puoi visitare il suo sito marymarycomics.wordpress.com
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