Mentre la Romagna gode della luccicante terza corsia sull’A14, la più evoluta Germania “avea del cul fatto trombetta” dimostrando che un’autostrada per biciclette è possibile: 60 km di pista isolata collegheranno nel 2021 Dortmund a Duisburg. Due carreggiate per senso di marcia. Mancano solo gli autogrill, ma i teutonici potrebbero stupirci con effetti speciali dato che la Radler B-1 costeggia un’autostrada carrabile. Risultato: meno CO2, più salute per l’uomo e per l’ambiente.
La crisi può essere un’occasione. Sembra una frase-spot del cavolo, ma è così. Nel 2012 in Italia la vendita di bici ha superato quella di auto (1,6 contro 1,4 milioni di pezzi). Un simile turbinio di pedali non si era mai visto. Perché non cogliere la ruota al balzo e dotarci di più ciclabili?
In Veneto ci sono riusciti, 35 km di pista dall’Adige al Po passando per 8 comuni. Anche la nostra zona gode di un tracciato storico: i 38 km della suggestiva ciclabile Valmarecchia che consente di costeggiare il fiume che ha dato il nome a Rimini (Ariminus poi Marecchia, da cui Ariminum poi Rimini), dal ponte di Tiberio a Novafeltria. Non basta.
Romagna terra di cicloturisti. Lo dimostrano i tanti hotel attrezzati per ospitare questa categoria di viaggiatori amanti del suggestivo entroterra impreziosito dai Malatesta e dai Montefeltro. Colline che hanno dato i natali alle gesta atletiche di Pantani. Percorsi, però, che si snocciolano prevalentemente – e pericolosamente – su strade ordinarie e non su tracciati dedicati. Perché non estendere, dunque, la rete di piste diffuse? Perché non completare l’esperienza ciclabile in città con collegamenti più capillari e decorosi?
Bellaria ci sta riuscendo. Ha tracciato 5 nuovi km di piste ed è pronta a collegarsi al capoluogo. L’ultimo tentativo significativo a Rimini è quello del lungomare, ovvero la tanto derisa “ciclabile di Gnassi” (ribattezzata così dopo il sindaco che l’ha voluta).
Certo, questa infrastruttura è così brutta che più brutta non si può. Due righe disegnate a terra, due scomodi sensi di marcia su due livelli sfalsati, quello a quota marciapiede costantemente invaso dai pedoni… Tempi di spending review non hanno concesso di meglio, e ci accontentiamo. Questa è la direzione.
Premessa. È incomprensibile come il Lungomare della meta estiva prediletta dagli italiani (e da molti europei) sia stato predominio dell’automobile per decadi (e lo sia tutt’ora!). Ogni boulevard costiero che si rispetti deve essere a sovranità ciclopedonale, punto. Da Valencia a Venice Beach, ma anche Riccione centro, hanno capito che il fronte mare deve essere auto-free. Le vetture vanno fermate più a monte, non possono infilarsi tra il dondolo e il campo da bocce.
L’ultima provocazione in fatto di ciclabili è la Parigi-Londra, inaugurata nel 2012: 400 km di piste da Notre-Dame a Trafalgar Square. Tempo di viaggio, dai 4 ai 7 giorni, a seconda delle gambe. Fantastichiamo un po’: l’antica Roma ha regalato a Rimini 3 strade con cui collegarla. Che sia giunto il tempo di una quarta… per bici?
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